E10 vs E5: cosa sta cambiando davvero nei carburanti?
Negli ultimi anni, la transizione energetica nel settore dei trasporti ha cominciato a concretizzarsi anche attraverso piccoli ma significativi cambiamenti, come l’introduzione del carburante E10, già adottato in diversi Paesi europei e ora in fase di espansione anche in Italia.

Si tratta di una benzina che contiene fino al 10% di bioetanolo, una quota doppia rispetto al tradizionale E5, e che risponde alle direttive europee per la riduzione delle emissioni di CO₂ e l’aumento dell’uso di fonti rinnovabili nei trasporti. In particolare, la Direttiva UE 2018/2001 stabilisce che, entro il 2030, almeno il 14% dei carburanti immessi sul mercato provenga da fonti rinnovabili.

Questa evoluzione ha impatti diretti non solo sugli automobilisti ma anche, e soprattutto, su chi gestisce flotte aziendali, impianti di rifornimento o attività legate alla mobilità.

Perché si passa all’E10?
La spinta è sia normativa che ambientale; l’aumento della quota di bioetanolo consente di ridurre la componente fossile del carburante, con benefici in termini di minori emissioni. Inoltre, l’E10 è spesso fiscalmente più vantaggioso, grazie a un’imposizione ridotta sui biocomponenti.

Alcuni Paesi come Francia, Germania e Spagna hanno già adottato da tempo l’E10 come carburante standard. In Italia, la sua diffusione è in crescita, anche se al momento l’E5 continua a essere largamente disponibile, specie per motivi di compatibilità.

Compatibilità: un aspetto da non trascurare
Non tutti i veicoli sono pronti per l’E10. La maggior parte dei mezzi immatricolati dopo il 2010 è compatibile, ma nei veicoli più datati – in particolare quelli costruiti prima del 2002 – l’uso dell’E10 può causare problemi alle componenti del motore o ridurne le prestazioni.

Per questo è fondamentale che chi gestisce flotte verifichi con attenzione la compatibilità dei propri mezzi, valutando caso per caso l’opportunità di passare all’E10 o di continuare a utilizzare E5 per determinati veicoli.

E5 o E10? La scelta non è solo tecnica
A livello ambientale, l’E10 ha un impatto più contenuto grazie alla minore presenza di derivati del petrolio. Tuttavia, ha anche un potere calorifico leggermente inferiore, il che potrebbe tradursi in un consumo marginalmente più alto. In altre parole, il risparmio ambientale potrebbe richiedere una valutazione attenta dei costi reali, soprattutto in un contesto di gestione flotte.

In questo contesto, strumenti di monitoraggio dei consumi e sistemi di fleet management avanzati diventano essenziali per prendere decisioni consapevoli. La telematica permette di analizzare in tempo reale i dati sui rifornimenti, confrontare i consumi tra E5 e E10 e ottimizzare la scelta in funzione del tipo di percorrenze, dei veicoli e dei costi.

In sintesi

  • L’introduzione dell’E10 rientra in una strategia europea per ridurre le emissioni e aumentare l’uso di bioenergie.
  • È adatto alla maggior parte dei veicoli moderni, ma è necessaria cautela per i mezzi più vecchi.
  • Può essere fiscalmente vantaggioso, ma richiede una valutazione attenta dell’impatto sui consumi.
  • La gestione intelligente del parco veicoli – anche attraverso sistemi come Webfleet – è fondamentale per ottimizzare l’uso del carburante e contenere i costi.

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