In italia mancano circa 25000 autisti…ma quali sono le cause di questa carenza e cosa possiamo fare per risolverla?
Possiamo individuare 3 cause principali:
1. L’invecchiamento degli autisti: molti driver qualificati sono prossimi alla pensione o sono già andati in pensione e non ci sono abbastanza candidati qualificati per sostituirli. A questo problema si associa la fidelizzazione dei propri autisti, molte flotte, infatti, si trovano ad affrontare la perdita di autisti qualificati che decidono di cambiare lavoro o azienda.
2. Il lavoro del camionista viene vista come un’ occupazione a volte non ben pagata, ma lo stipendio dei drivers varia a seconda delle ore di lavoro, delle rotte percorse e dei materiali trasportati; per queste ragioni alcuni autisti guadagnano molto bene mentre altri guadagnano il normale e giusto compenso. Accanto alle perplessità sulla remunerazione, a volte alcuni hanno anche la percezione, spesso sbagliata, che i driver di mezzi pesanti non possano avere avanzamenti di carriera.
3. Le donne al volante sono ancora poche: anche se l’Italia è uno dei paesi dove la percentuale di donne drivers è abbastanza alta con una media del 6,2% in confronto al 3% europeo, l’occupazione femminile in questo settore è ancora decisamente sotto la media, a questo si aggiunge che chi vuole intraprendere la professione di autista di trova ad affrontare spese alte per l’acquisizione della patente di guida.
Quali possono essere le possibili soluzioni a questo problema?
Oltre a soluzioni più “scontate” come stipendi più alti, migliori contributi pensionistici, formazione aziendale per lo sviluppo di nuove competenze e orario flessibile, ciò che può fare la differenza è il miglioramento dell’ambiente di lavoro!
Valorizzare i conducenti e farli sentire parte integrante dell’azienda aiuta per esempio la fidelizzazione dei drivers, ma come si crea il senso di appartenenza?
Riunioni individuali per fornire feedback, consigli e tutoraggi dei drivers più esperti a quelli più giovani e un circuito ufficiale di comunicazione con l’azienda possono essere i primi passi. Inoltre si possono prevedere programmi di formazione per fare in modo che ci siano avanzamenti di carriera e quindi fare in modo che gli autisti che lo desiderano possano diventare nel tempo supervisori di flotta, istruttori di guida o possano operare nell’ambito della gestione delle operazioni di trasporto (solo per citare qualche esempio).
Infine, grazie alla digitalizzazione, possiamo migliorare notevolmente l’ambiente di lavoro dei drivers e il loro benessere psico fisico.
Dispositivi intelligenti come quelli di Webfleet possono:
1. migliorare i percorsi di guida anche in tempo reale per intercettare e trovare la soluzione a possibili imprevisti sulla strada che potrebbero aumentare il carico di lavoro dei drivers
2. automatizzare alcune delle attività legate alla guida come per esempio la registrazione dei tempi su strada che permette l’assegnazione di compiti realisticamente attuabili nel turno di lavoro riducendo lo stress lavorativo
3. migliorare la comunicazione con i drivers alla guida attraverso la lettura ad alta voce dei messaggi in arrivo in modo che il conducente non debba fermarsi a leggere (per esempio per ottenere un cambio di programma o un aggiornamento)
tutelare i drivers in caso di incidenti con la dashcam.
In conclusione: per quanto ci sia una reale carenza di autisti possiamo ancora attuare delle azioni e farci aiutare dalla tecnologia per rimanere attrattivi sul mercato del lavoro e fidelizzare i conducenti che già lavorano con noi!